1 febbraio 2006

CHE NOTTATA!!!


Mamma mia che nottata da incubo l'ultima.
Ero di turno al solito Pasini di cui ho già parlato precedentemente ed è stata di gran lunga la notte peggiore tra quelle che ho fatto per ora nei vari reparti del Policlinico in 5 mesi di tirocinio.
Alle 21 col mio assistente prendiamo consegna da quelli del turno pomeridiano e apprendiamo che ci sono stati tre nuovi ingressi, due dei quali in condizioni molto gravi (letti 9 e 14) e che un paziente già ricoverato giorni prima (letto 17) era notevolmente peggiorato. Insomma il programma non era dei migliori. Finita la consegna prendiamo il caffè in cucina e inizia un normale turno lavorativo...fino alle 00.30 tutto tranquillo, qualche campanello ogni tanto, facciamo tutto quello che dobbiamo fare e riesco anche a concedermi qualche pausa alla tv del reparto per avere aggiornamenti sul Milan da duev pazienti milnisti che guardavano la partita. Prima della partita i due signori erano quelli in migliori condizioni del reparto, ma già al quarantacinquesimo hanno dato segni di peggioramento e a fine partita sono stati trasferiti in rianimazione. Scherzi a parte...la prima tragedia della serata, seppur di nessun valore rispetto al seguito, si consuma vedendo il Milan abbandonare malamente quello che ieri pomeriggio avevo definito nel post "unico nostro obiettivo reale".
Alla 01.00 scende un infermiere del reparto femminile del piano di sopra e ci porta un pentolone pieno di risotto. La notte pareva tranquilla e quindi ci mettiamo in cucina a parlottare e sbocconcellare il manicaretto. 30 minuti di tranquillità e poi tutto inizia contemporaneamente. Il paziente del letto 14 da' evidenti segni di agitazione dovuta allo scompenso post emodialisi aggravato da infarto e edema polmonare e nell'altra stanza la frquenza cardiaca e la saturazione del paziente numero 9 scendono vertiginosamente, rispettivamente FC 40 e SO2 45...gran brutto quadro. Gli ordini sono quelli di non accanirsi e non rianimare ma di lasciare fare il proprio corso per quanto riguarda il numero 9 e di chiamare invece il rianimatore in caso di arresto per il 14. Seppur a fatica quest'ultimo si stabilizza...tra un campanello e l'altro di pazienti che chiedono aiuto, tentano di cadere dal letto, si sporcano etc etc le condizioni del 9 peggiorano fino al decesso confermato dal medico di guardia alle 4.50. Ne segue tutta la procedura con telefonata ai parenti, alla camera mortuaria e prima preparazione della salma per il trasferimento. Il tutto si chiude verso le 5.30. manca un ora e mezza alla fine del turno...ci si siede un pochino a scrivere la consegna pensando che ormai il lavoro sia finito ma alle 6.20 inizia un ulteriore peggioramento del numero 17 che spira alle 6.50. Di nuovo tutta la procedura e alle 7.30 stacco andando negli spogliatoi e a casa a dormire per qualche ora.
Perchè ho raccontato tutto questo? Non so mi andava...è stata una notte davvero pesante sia dal punto di vista fisico, sempre in piedi e con parecchia tensione addosso, sia dal punto di vista emotivo...va bene che bisogna essere distaccati, va bene che bisogna abituarsi alla morte in questo lavoro...ma quando ne capitano due così ravvicinate in cui praticamente non puoi far nulla per slvare il paziente un po' di tristezza cala ed è inevitabile. In tram al ritorno pensavo a cosa avranno provato i poveri famigliari che sono stati svegliati nel cuore della notte sentendo dal'altra parte del telefono: "Pronto signor ..... sono il dottor .... del policlinico di Milano, il signor .... purtroppo è peggiorato, potete venire al più presto?"
In questi momenti si pensa alle cagate per cui ce la prendiamo noi e alle sofferenze che invece altri soffrono in tutti i momenti...discorso molto retorico, ma in certi momenti tanto tanto vero.

10 commenti:

vlaste ha detto...

Altra frase retorica, ma vera: i problemi che a volte pensiamo siano insormontabili sono solo cazzate, se messe in relazione con la totalità dei fatti che avvengono nel mondo.

Ne approfitto per esprimere sempre maggiore ammirazione per la professione che hai scelto di svolgere. Bisogna avere veramente le palle per sopportare la morte come compagnia di lavoro.

Anonimo ha detto...

Condivido quello che ha detto vlaste.

Jerome ha detto...

Che mazzata....

Comunque visto che si parla di "relatività dei problemi" la cosa più terribile e un po' straniante è quello che un po' hai già anticipato tu.

Per te, ed è normale che sia così, quei due pazienti erano solo dei numeri che si sommeranno a centinaia di altri nel corso della tua lunga carriera.

E invece ogni singolo numero è una storia, una famiglia che viene avviata, un padre che non c'è più, un nonno che non c'è più.

Diciamo che tu vedi soltanto la cima di una sorta di dramma piramidale che poi si estende a molte altre persone.

Sono convinto che la routine ti insegna a convivere con queste cose, però ripeto: che mazzata....

Jerome

SOYUZ1968 ha detto...

E' brutto lavorare contro la Morte, Signora severa e inflessibile.....che al massimo concede una partita a scacchi....

Anonimo ha detto...

Mia nonna diceva: "al mondo, siamo in prestito....".
Coraggio compagno; spero che col tempo ti "abituerai": è cinico dirlo, ma è x te necessario.

Unknown ha detto...

Come al solito...controcorrente:

"Hai voluto la bicicletta?..."
(continua tu)

Fuor di battuta (e può sembrare retorico): provo ammirazione per chi, come te (e altri) svolge un lavoro del genere.

Senza di voi (o i pompieri o i poliziotti o...) come faremmo ad affrontare le difficoltà di questa vita?

Anonimo ha detto...

d'accordo con vlaste, ci vuole veramente tanto coraggio, con o senza episodi come questo. l'ammirazione è altrettanto scontata, per un lavoro come il tuo. che dire, ci hai lasciato credo un po' tutti ammutoliti, am penso pure che sia meglio non dire niente, piuttosto che parlare a vuoto.
e secondo me non c'è retorica in tutto questo

Anonimo ha detto...

Nel tuo lavoro questi momenti brutti saranno magari però ricambiati nel momento in cui vedrete una persona grave guarire. Certo io non so se ce la farei a restare impassibile davanti ad una notte del genere

Johnny ha detto...

Mi unisco agli altri nell'ammirare la tua scelta professionale.
Una notte difficile che può darsi si ripresenti, sono gli incovenienti del mestiere, ma sicuramente avrai numerose altre occasioni di felicità.

Il Pianista ha detto...

Ovviamente solidarizzo anche io. I racconti che mi porti ogni sera mi fanno fernare qualche minuto a pensare.....