Nata a Milano nel 1930, è una delle ultime testimoni della Shoah ancora in vita e ancora con la forza di raccontare la sua esperienza unica. Di famiglia ebrea non praticante, a otto anni ha subito le conseguenze delle leggi razziali italiane. Nel febbraio del 1944 è stata deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Ha passato tre volte la selezione per la vita o per la morte. Nel lager ha perso il padre e i nonni paterni. Nel gennaio 1945 ha fatto parte di quel corteo di "fantasmi" che i nazisti facevano camminare di lager in lager, di notte, per nasconderli agli occhi del mondo: la marcia della morte. Liberata nel circondario di Ravensbruck, il 1° maggio del 1945, è tornata a Milano quattro mesi dopo. Da quel momento è ripresa la sua vita, con il matrimonio nel 1951, tre figli e il ritrovato amore per la vita.
Il lungo silenzio sulla sua adolescenza si è sciolto nel 1990, quando ha deciso di diventare testimone pubblica della Shoah.
Ho quasi finito di leggere "Sopravvissuta ad Auschwitz - Liliana Segre fra le ultime testimoni della Shoah" di Emanuela Zuccalà. Un racconto toccante, magari nulla di clamorosamente nuovo, ma ogni volta che si sentono certe cose si pensa, si riflette, ci si disgusta.
La Segre è una nostra concittadina. Quello che ha vissuto è per noi inimmaginabile.
Voglio riportare alcune frasi tratte dal libro.
"Solo negli anni capii che l'unica colpa era di essere nata ebrea: colpa inesistente, paradosso artificiale ma allora spaventosamente reale"
"Solo negli anni capii che l'unica colpa era di essere nata ebrea: colpa inesistente, paradosso artificiale ma allora spaventosamente reale"
"Vivevamo immersi nella zona grigia dell'indifferenza. L'ho sofferta, l'indifferenza. Li ho visti, quelli che voltavano la faccia dall'altra parte. Anche oggi ci sono persone che preferiscono non guardare"
"Più di 6000 ebrei italiani furono deportati ad Auschwitz. Siamo tornati in 363""Furono straordinari i detenuti di San Vittore: non li ho mai dimenticati. Non c'è volta di cui abbia parlato agli studenti di quegli uomini che potevano essere ladri e assassini, ma prima di tutto erano uomini. In seguito, ci volle così tanto tempo prima che incontrassimo altri uomini, perchè conoscemmo soltanto mostri."
"Lo racconto sempre ai ragazzi perchè devono sapere, e quando si passa in una stazione qualsiasi e si vedono i vitelli o i maiali portati al mattatoio, penso sempre che io sono stata uno di quei vitelli, uno di quei maiali"
"Fui obbligata a intrupparmi nel gruppo delle donne, e mio papà era la, oltre quella spianata, con gli altri uomini. Lasciai per smepre la sua mano, non lo avrei mai più rivisto ma allora non potevo saperlo"
"Eravamo in 605 sul convoglio che arrivò il 6 febbrauio del 1944. Fummo scelti per la vita in 128"
"Il mio numero 75190 non si cancella: è dentro di me. Sono io il 75190"
"I lager nazisti erano isole circondate dal silenzio. Il silenzio della Chiesa, i cui vertici non denunciarono mai"
"E li su quelle strade, io ho visto un corteo di fantasmi in marcia. Come abbiamo fatto non lo so: forse era quella che chiamano la forza della disperazione"
Potrei riportarne ancora a decine, centinaia. Frasi che colpiscono e che non si dimenticano.
Nella foto in alto Liliana Segre con suo padre nel 1939. In quella a destra la Segre oggi.
5 commenti:
Obbligherei tutti i neonazifascisti, che sono di moda adesso, almeno ad ascoltare queste persone che hanno vissuto sulla loro pelle terribili torture per colpa di gente pazzoide.
Su questi argomenti è molto bello anche "La notte" di E.Wiesel
Ho avuto modo di conoscere Liliana personamlmente, durante una commemorazione.
La sua esperienza è molto toccante perchè riesce ad esprimere quell'intimità delle piccole cose, che non si riscontra in altri casi.
La storia della sua vita ormai la conosco a memoria ma l'immaginarsi come in un quadro ciò che ben racconta mi fa scappare sempre qualche lacrima.
Vi consiglio questo sito
http://www.binario21.org/
il cui nome è tristemente tragico per noi Milanesi.
C'è una testimonianza filmeata della Segre
Il silenzio della Chiesa.
E qualcuno vuole beatificare Pio XII ......
Il problema è che i nazisti non erano pazzoidi.
L'ho capito quando ho visto il sotterraneo del crematorio di Buchenwald.
Ne ho avuto conferma quando ho saputo che il "problema" non era lo stermino, ma lo "smaltimento" dei cadaveri.
Si può anche pensare che hitler e himmler e fossero pazzi, ma heydrich e heichmann di sicuro non lo erano: un efficientissimo burocrate non può essere pazzoide.
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