23 maggio 2006

AIDS

C’è che dice che l’AIDS non è più un problema e che comunque riguarda solo alcuni, ma non è così, l’AIDS colpisce ancora oggi, approfittando dell’indifferenza. Nel nostro paese la soglia di attenzione nei confronti di questa malattia si è abbassata: il primo complice dell’AIDS è ancora la disinformazione. Oggi i casi di contagio sono in aumento soprattutto fra le persone che hanno rapporti sessuali pensando di non essere a rischio.
In Italia le persone Hiv positive sono stimate intorno alle 130-140 mila: 3.500-4.000 persone si infettano ogni anno, una ogni ora circa, e un terzo del problema è in Lombardia. Azzerato ormai il rischio trasfusioni, le nuove infezioni di Aids per il 70% sono dovute a rapporti sessuali soprattutto eterosessuali.

Aids significa "Sindrome da Immunodeficienza Acquisita". Nei malati di Aids le difese immunitarie normalmente presenti nell'organismo sono state fortemente indebolite a causa di un virus (il virus HIV) e non sono più in grado di contrastare l'insorgenza di infezioni e malattie - più o meno gravi - causate da altri virus, batteri o funghi (infezioni opportunistiche). E' questo il motivo per cui l'organismo di una persona contagiata subisce malattie e infezioni che, in condizioni normali, potrebbero essere curate più facilmente. L'infezione non ha una propria specifica manifestazione ma si rivela esclusivamente attraverso gli effetti che provoca sul sistema immunitario.Una persona contagiata viene definita sieropositiva. Pur essendo sieropositivi, è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi del contagio solo al manifestarsi di una malattia. In questa condizione l'unico modo di scoprire l'infezione è sottoporsi al test. I progressi della ricerca scientifica e l'uso della terapia antiretrovirale hanno reso possibile allungare la vita di una persona sieropositiva per molti anni. Occorre sottolineare il fatto che la sieropositività è quella condizione in cui viene riscontrata la presenza di anticorpi anti-HIV, ma non sono ancora comparse le infezioni opportunistiche. In questo periodo il soggetto può aver bisogno di farmaci che combattono l'infezione, gli antiretrovirali. La Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) è, invece, quella situazione in cui si presentano infezioni opportunistiche, cioè quando le difese immunitarie sono così deboli da non proteggere l'organismo da microrganismi che potrebbero essere innocui. L'introduzione di terapie antiretrovirali che riducono e bloccano la replicazione virale ha nettamente migliorato la qualità di vita e prolungato la sopravvivenza delle persone sieropositive. Il virus è presente nel sangue nello sperma e nel liquido vaginale. La trasmissione dell’infezione da HIV avviene esclusivamente attraverso il contatto sangue-sangue, attraverso rapporti sessuali non protetti da preservativo, dalla madre sieropositiva al neonato (sia durante la gravidanza e il parto, sia durante l’allattamento al seno). La trasmissione sessuale è nel mondo la modalità di trasmissione più diffusa dell’infezione da HIV. I rapporti sessuali, sia omosessuali che eterosessuali, possono trasmettere l’infezione. Questa avviene attraverso piccolissime lesioni dei genitali che si verificano durante il rapporto sessuale e che consentono al virus, presente nello sperma e nelle secrezioni vaginali, di entrare nell’organismo.
Ovviamente tutte le pratiche sessuali che favoriscono traumi possono provocare un aumento del rischio di trasmissione. Per questo motivo i rapporti anali sono a maggior rischio: la mucosa anale è infatti più fragile e meno protetta di quella vaginale e quindi il virus si trasmette più facilmente.
Il decorso della malattia è suddiviso in tre stadi: Stadio A comprende l'infezione acuta e la fase asintomatica. A 2–6 settimane dal contagio la maggior parte delle persone infettate è colpita da una forma febbrile passeggera, simile alla febbre ghiandolare di Pfeiffer. Segue la fase asintomatica che si può protrarre per molti anni e durante la quale il sieropositivo non avverte alcun disturbo. In questo periodo il virus continua però a moltiplicarsi nel suo organismo e il sieropositivo può contagiare altre persone. Tal voltasi osserva per vari mesi un ingrossamento indolore dei linfonodi inguinali, ascellari e laterocervicali. Stadio B è caratterizzato da sintomi dovuti al forte indebolimento del sistema immunitario. Tuttavia essi non rientrano ancora tra le patologie specifiche dell'Aids. In genere tali sintomi si accompagnano a una grave compromissione dello stato di salute generale. Tra di essi figurano febbre, sudorazione notturna, perdita di peso e diarrea. I sintomi sono persistenti (per oltre un mese) e non hanno una ragione apparente. Inoltre si manifestano svariate malattie infettive, per es. la micosi della cavità orale e della gola (candidosi o mughetto) o malattie virali come il fuoco di St. Antonio (herpes zoster).
Stadio C è lo stadio finale dell'infezione HIV, l'Aids vero e proprio o conclamato. È dovuto al collasso del sistema immunitario ed è caratterizzato da quadri nosologici molto specifici. Il quadro clinico dell'Aids è nel complesso inconfondibile, tuttavia certi sintomi compaiono anche in altre malattie. Insorgono le più svariate infezioni e forme di cancro. Sono particolarmente frequenti le micosi dell'esofago (candidosi o mughetto) come pure rare forme di affezioni polmonari (polmonite da Pneumocystis carinii), forme atipiche ma anche comuni di tubercolosi, affezioni virali (per es. retinite da citomegalovirus), affezioni dovute a parassiti (per es. ascessi cerebrali causati da toxoplasma, criptosporidiosi con diarrea) rare forme tumorali (per es. sarcoma di Kaposi, linfomi, tumori cerebrali) nonché patologie neurologiche (fra cui la demenza da HIV) e un forte dimagrimento (sindrome di Wasting).
Le terapie non ancora definitive al giorno d'oggi sono sulla base dei cosiddetti "valori" dei linfociti T4 e della carica virale (il numero di particelle di HIV nel sangue, che misura la velocità di replicazione dell'infezione). La terapia è in genere composta da un cocktail di tre farmaci antiretrovirali, e permette di ridurre la carica virale e migliorare la situazione immunitaria. Il medico potrà spiegare meglio quali sono le varie possibilità terapeutiche, i possibili effetti collaterali, le modalità di assunzione dei farmaci. Esistono anche trattamenti chiamati profilassi. Vengono prescritti quanto i T4 sono inferiori a 200 o quando si sono già manifestate infezioni opportunistiche.

Per ora l'AIDS lo si può combattere davvero solo con la prevenzione.
Mi è capitato in ospedale di vedere o avere a che fare con persone HIV positive o malate conclamate, lo spettacolo non è bello, soprattutto per loro stessi. Sanno di non avere aspettative, sono spesso un po' discriminati...insomma il peggio che possa capitare. Per noi infermieri e in generale tutto il personale sanitario ovviamente è necessario sapere per prendere tutte le precauzioni possibili, ma è importante che tutti conoscano per fermare, almeno in parte, questa terribile malattia.

6 commenti:

Il Pianista ha detto...

lezioni di medicina!

Compagno di pranzi e cene ha detto...

se i miei post non ti piacciono caro pianista non li leggere o non li commentare, ma non rompere i coglioni.

Il Pianista ha detto...

Io non intendevo offendere il post, che reazione esagerata....

Anonimo ha detto...

Non l'ho letto, perchè io non corro praticamente alcun rischio.....

SOYUZ1968 ha detto...

Prendendo atto che Bolso67 ha scelto la via kattolica alla prevenzione, per gli altri consiglio di usare il preservativo, soprattutto nei rapporti anali che sono quelli a più alto rischio, e cercare di evitare contatti con il liquido seminale nei rapporti orali.

I rapporti scritti ;-) come i baci, compresi quelli alla francese, non sono assolutamente a rischio.

Anonimo ha detto...

Se uno è bolso non sceglie, subisce.....