Per quegli imbecilli che più volte durante varie manifestazioni hanno inneggiato a: "10, 100, 1000 Nassiriya" quello di stamane sarà stato un lietissimo risveglio, sono stati accontentati.
Un ordigno è stato lanciato contro un convoglio militare in cui sono rimasti uccisi due carabinieri, i marescialli Carlo De Trizio e Franco Lattanzio, un capitano dell'esercito, Nicola Ciardelli, e un soldato romeno, un altro carabiniere è in gravi condizioni.
Per il restante 99% della gente, quella parte ancora sana di mente, invece questo è un giorno triste, un giorno in cui persone sono rimaste uccise, esattamente come qualche giorno fa negli attentati di Dahab. Eh si..non è che questo è più grave perchè sono conivolti gli italiani, i morti sono tutti uguali e tutti vanno pianti.
L'attentato di stamane evidenzia che il nostro paese è ancora sotto tiro, che siamo ancora tutti in pericolo, che la guerra al terrorismo non ha ancora (e penso mai lo avrà) nessun risultato positivo.
Potremmo dire come al solito che i nostri soldati non dovrebbero essere la, potremmo parlare di quanti morti iracheni ha fatto questa ingiusta guerra, potremmo parlare di quante persone muoiono ogni giorno senza che nemmeno lo veniamo a sapere...tutto vero, ma in ogni caso non possiamo restare indifferenti di fronte alla morte di carabinieri italiani, uccisi vigliaccamente.
Il terrorismo non è guerra, ma vigliaccheria. La guerra si combatte muso contro muso, non mettendo bombe in una discoteca o cose simili.
Ufficialmente i nostri carabinieri sono in Iraq non per fare guerra, ma per mantenere ordine e pace in quei luoghi usciti dalla guerra.
Ma se non ci vogliono conviene restare la? E' evidente che non ci bisognava proprio andare, ma ormai che la frittata è stata fatta, vediamo almeno di non farla bruciare, portiamo via i nostri soldati al più presto.
Oggi volevo fare un post sull'eliminazione del Milan di ieri sera, ma tornato a casa dall'università e appresa questa notizia, mi è sembrato più giusto cambiare argomento.
27 aprile 2006
ECCOVI ACCONTENTATI
by
Compagno di pranzi e cene
ore
16:38
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10 commenti:
Beh...è davvero giunta l'ora di fare i bagagli e abbandonare Mr. Bush nel suo ginepraio iracheno...ho fatto la naja e ho almeno imparato che è più facile morire in guerra che guidare a fari spenti nella notte...perchè in Iraq gli Italiani hanno partecipato a una guerra vera e propria, a dispetto dell'articolo 11 della Nostra Costituzione Antifascista.
Secondo me a questo punto non è sensato far rientrare tutte le forze "di botto"... non dimentichiamo che i terroristi sono una minima parte degli iracheni e che la popolazione in generale penso consideri positivamente gli italiani, che sicuramente non uccidono civili nè sganciano bombe sui mercati...
In guerra ai soldati capita di morire. Fa parte della logica della guerra che un militare di professione, scegliendo quel mestiere, ha accettato.
Curioso paese, questo, che si commuove di fronte a militari di professione che muoiono in guerra, fregandosene magari di quelli che si ammalano per l'uranio impoverito, e che contemporaneamente considera normale che muoiano quattro persone sul lavoro ogni giorno.
Ora via subito i soldati, che partecipano ad una guerra, ha ragione soyuz, in sfregio alla nostra Costituzione, che il presidente della repubblica ( NO ALLA SUA RIELEZIONE ) non ha certo difeso in quella occasione.
Sottoscrivo sia il commento di soyuz, sia quello di rugbysta.
Pongo una domanda provocatoria: via Rasella, l'attentato che ha scatenato la rappresaglia delle Fosse Ardeatine, è stato un atto patriottico o terroristico?
Forse vale la teoria di Einstein....
Mmmhhh faccio l'"avvocazzo" del diavolo e sappiamo bene che se si chiedono consigli legali all'"avvocazzo" si va in galera con l'ergastolo.
Allora, nonostante gli Americani mi siano antipatici e mi appaiano come interessati imperialisti, anche sanguinari, credo che le truppe USA abbiano poco in comune con la Germania nazionalsocialista, se giudichiamo il fenomeno Iraq con il metro di giudizio di una democrazia occidentale.
Se il metro di giudizio fosse quello del mondo arabo, che non conosco per la mia personale diversa e limitante estrazione etnica, le considerazioni sull'opinabile opportunità di esportare la "democrazia" potrebbero essere molto diverse.
Soyuz, guarda che il modello sociale liberista americano porta a conseguenze molto simili a quelle subite dalle vittime del nazismo ( chi non è in grado di lavorare viene di fatto eliminato fisicamente ), mentre il bushismo non è altro che l'applicazione materiale delle teorie dei neoconservatori, che postulano la superiorità del modello wasp ( bianco anglosassone e protestante ).
Pensiamoci bene prima di dire che il mondo anglosassone bushista ed il nazismo sono diversi ed il nazismo è peggio.
Sono molto più uguali di quello che si pensi.
Può darsi che un giorno, scomparso Bush e sepolti dalle macerie che stanno creando i pensatori neoconservatori, magari possa venir fuori un'altra America.
Come è venuta fuori un'altra Germania dopo che Hitler ed i suoi accoliti sono stati sepolti dalle macerie che avevano creato.
l'ho appunto detto: a ogni morte bisogna commuoversi! Vero che un militare in guerra può morire, però augurarsene altri come alcuni fanno mi sembra un po' spregevole.
Io opto per il ritiro immediato.
Non bisognava mandare le truppe, purtroppo l'errore l'hanno fatto, cerchiamo di salvare il salvabile.
Come la penso su guerra e soldati in Iraq l'ho espresso nel post sul mio blog. Penso che le vere vittime siano i parenti e in modo particolare i figli di chi in GUERRA ha perso la vita
Quando si accetta un mestiere come quelo del soldato e si va in zone di guerra, si deve mettere in preventivo che può succedere di tutto.
I nostri soldati non dovrebbero essere li, chi li ha mandati lo ha fatto solo per un penoso calcolo politico di leccaculismo nei confronti dell'amico Bush. Questo è il prezzo da pagare, di che ci si meraviglia.
Via subito i nostri soldati, questo è un atto che il nuovo governo dovrebbe fare subito.
La nostra Costituzione è chiara: l'esercito serve solo per la difesa del territorio Italiano e per le missioni internazionali con delibera ONU.
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