21 febbraio 2006

LA MONNA LISA

Quadro dipinto ad olio su legno di pioppo. Misura cm. 77 x cm. 53. Appartiene alle collezioni del Museo del Louvre di Parigi.
In Italia si preferisce chiamarlo "La Gioconda", come lo nominò per primo, nel 1625, Cassiano del Pozzo. All'estero si conosce meglio col nome di "Monna Lisa", come lo intitolò Giorgio Vasari, nel 1550.
Leonardo cominciò a dipingerlo nel 1503 a Firenze, vi lavorò fino al 1506, con interruzioni, secondo la sua abitudine, e non lo terminò mai, secondo la sua opinione.
Rappresenta forse la signora Lisa Gherardini, moglie del commerciante fiorentino Francesco del Giocondo, o forse è una misteriosa signora fiorentina, il cui ritratto gli fu incaricato da Giuliano de' Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico.
O si tratta di una sconosciuta signora napoletana? Molto probabilmente non lo sapremo mai.
Vasari scrisse che "La Gioconda" era bellissima e che Leonardo dipingendola aveva contattato musici, cantanti e buffoni, affinché la divertissero e la facessero sorridere, per far scomparire così la malinconia che generalmente appare nei ritratti tradizionali.
Col passar del tempo la Gioconda si convertì nel ritratto tipico per eccellenza e, per uno di quei misteriosi capricci del destino, nel quadro più famoso del mondo.
Infatti esistono 62 copie antiche della Gioconda (incluso alcune che la rappresentano nuda), delle quali le più conosciute si trovano nei musei di Roma, Madrid,Londra, Innsbruck, Monaco, Baltimora, Tours, Bourg-en-Bresse, e in collezioni private soprattutto inglesi. (Una copia si attribuisce a Bernardo Luini, un'altra al Salaino, altre si basano su cartoni di Joos van Cleeve, un'altra copia è d'uno spagnolo anonimo del 1500).
Il quadro rappresenta una signora rinascimentale.
Il suo viso appare quasi frontalmente, il corpo di tre quarti da un'impressione di movimento giratorio, una delle sua braccia riposa su uno dei braccioli della poltrona dove è seduta e la sua mano destra si posa delicatamente sull'altra.
Contrariamente ai ritratti femminili dell'epoca la donna non porta gioielli, né altri ornamenti.
D'accordo con la moda rinascimentale ha depilate le sopracciglia e parte dei capelli appena sopra la fronte, il petto stretto da un busto e il velo, che le avvolge i capelli, si distingue chiaramente per linea nera che ha sulla fronte.
Un sorriso, sul quale tanto s'è scritto e discusso, sfiora le sue labbra. Sorriso che sembra venire da una luce interiore, dato che non si nota contrazione alcuna dei muscoli facciali. Sorriso enigmatico, misterioso, ma che potrebbe anche essere triste e tenero, compassionevole e dolce o, forse, ironico.
Leonardo usò tecniche pittoriche diverse e strane miscele di agglutinanti, dato che le mani della donna si sono conservate ottimamente, mentre il viso appare screpolato. La luce che illumina il viso, il petto, le braccia e le mani viene dall'alto, alla sinistra di chi l'osserva, mentre la parte inferiore del quadro resta in ombra.
Un'altra fonte d'illuminazione proviene dall'orizzonte, illumina il paesaggio e risalta il contorno della sua capigliatura. La bellezza della Gioconda non va ricercata nei suoi lineamenti facciali, ma nell'armonia degli elementi pittorici, nell'originalità meravigliosa dell'insieme e di ogni singolo particolare, nella saggia distribuzione dei colori ed anche nel perfetto accordo sorriso-paesaggio, che emana una sensazione misteriosa e irreale, come una sfida all'intelligenza e allo spirito di chi l'osserva.
In secondo piano appare un paesaggio alpino dirupato, o meglio, sembrano due paesaggi diversi, separati dal ritratto della Gioconda, dato che i loro livelli non corrispondono con la linea dell'orizzonte. In tutti e due si possono scorgere picchi e rocce scoscese, fiumi sinuosi, vegetazione rada, laghi e un ponte.
La composizione è studiata scrupolosamente seguendo regole e concetti geometrici, collocati armoniosamente. La figura della Gioconda corrisponde a un cono tronco, mentre le linee verticali dei picchi e delle rocce e del ritratto stesso si equilibrano con quelle orizzontali delle sue mani e braccia, della balaustrata della terrazza e del bracciolo visibile della poltrona, uniti dalle sinuosità dei fiumi, dalle pieghe del vestito e dalla stessa ondulazione del corpo.
Leonardo faceva sempre numerosi bozzetti prima di cominciare i suoi quadri. Malgrado ciò, tutto quello che fu realmente studiato meticolosamente appare come una visione spontanea e naturale. Il paesaggio, per esempio, è irreale e scaturisce dall'immaginazione del pittore col suo inconfondibile stile.
Infatti, come tutti i grandi artisti, Leonardo non imita la natura, ma la ricrea organizzando gli elementi naturali d'accordo con la sua interpretazione personale, il suo senso estetico ed espressivo, infondendole un accento poetico.

Ma se la vera Monna Lisa fosse così?


BAAAZOOOMMM!!







7 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie da parte del mio più illustre concittadino :-)

Anonimo ha detto...

Appena la vede branda time....

Il Pianista ha detto...

Il facino della Monna Lisa rimane sempre immutato, sarà per la sua enigmicità.
Quella Bazoom invece mi ricorda qualcuno, ma non mi viene in mente di chi si tratti. Comunque Brandatime gradirà assai

SOYUZ1968 ha detto...

Monna Lisa bazoom sembra la Santa Moana Pozzi......donna di altrettanto grande mistero e intelligente aplomb...

Johnny ha detto...

La vedrei bene in un film porno tipo "Mona Lisa"

SOYUZ1968 ha detto...

Moana Lisa? :-)~

Anonimo ha detto...

Il castello di Moana, l'ultimo capolavoro della santa Pozzi!
Ttt ttt ttt.....