LA PREPARAZIONE ALLEATA DELLO SBARCO
Parlando dello sbarco in Normandia, che aprì di fatto il fronte Occidentale della guerra in Europa, peraltro richiesto a gran voce proprio da Stalin, e accelerò la fine della Germania Nazista, bisogna considerare l’aspetto più importante che sta alla base della più grande operazione militare di tutti i tempi: la preparazione logistica e militare che fu uno sforzo immenso per gli alleati. Preparare infatti un’armata di più di 200.000 uomini, 10.000 navi e altrettanti aerei senza considerare poi lo sforzo di intelligence e di spionaggio costò un grande dispendio di energie e due anni di tempo.
Era l’’estate del 42 quando gli Americani cominciarono a pianificare un’eventuale apertura del secondo fronte, uno sbarco in grande stile, che potesse imprimere la svolta decisiva alla guerra, liberando l’Europa dal giogo Nazista.
L’attività di pianificazione dell’operazione Overlord, venne accompagnata da un’altrettanto difficile attività di depistaggio e disinformazione che doveva permettere, nel momento fatidico, di cogliere di sorpresa i tedeschi. Vennero preparate false notizie su data e luogo dello sbarco da dare in pasto alle spie di Hitler e venne creato addirittura un finto esercito di invasione allo scopo di confondere ancora di più le idee nemiche.
Il problema finale che si pose alle forze alleate fu anche quello strategicamente più importante, ossia dove sbarcare e quando.
Sul luogo dello sbarco chiaramente la prima ipotesi fu quella del tratto Dover – Calais dove pochi km dividevano la Gran Bretagna dalle coste francesi occupate, inoltre sbarcare in quel punto poteva voler dire arrivare velocemente nella Ruhr, la zona più industrializzata e quindi strategicamente importante per la macchina bellica nazista; ovviamente però questa era anche la zona meglio difesa dai tedeschi che ormai si aspettavano un’imminente invasione. Il comandante supremo delle forze alleate Dwight Eisenhower optò allora per l’ipotesi della bassa Normandia, zona ricca di spiagge. Di fronte a un’unica controindicazione, cioè la maggiore lontananza dalle coste inglesi, questa soluzione portava con se numerosi vantaggi, innanzitutto le minor difese tedesche, che nonostante il vallo atlantico non si aspettavano un attacco in quel punto, e poi la possibilità di penetrare nel nord della Francia creando una testa di ponte grazie anche ai bombardamenti a tappeto delle infrastrutture circostanti (ponti, ferrovie) che potevano ritardare i rinforzi del nemico.
Per quanto riguarda invece la data i problemi principali per lo sbarco erano le condizioni metereologiche e la marea, avrebbero dovuto verificarsi infatti sia condizioni di tempo buono e sia l’alta marea per favorire l’approdo dei mezzi sulle spiagge (in realtà poi Ike scelse una notte di mezza marea per sfruttare l’effetto sorpresa e soprattutto per poter individuare eventuali ostacoli difensivi sommersi posti da Rommel). Appare chiaro che tutto doveva essere pronto per il giorno fatidico perché il procrastinare della data rischiava di far perdere settimane o mesi. I primi giorni di giugno sembravano essere ideali. Contrariamente alle previsioni invece tra il 5 e il 6 giugno ci fu invece brutto tempo ma ormai la decisione era presa, non si poteva più rimandare e per sfruttare l’effetto sorpresa Eisenhower decise che quello doveva essere il giorno fatidico.
Non si può dimenticare nella preparazione dell’operazione Overlord il ruolo della resistenza francese che sfidando enormi rischi durante tutto il tempo dell’occupazione svolse un’attività di raccolta di informazioni che, arrivando direttamente dall’interno delle zone occupate, risultarono utilissime agli alleati. I partigiani francesi si spinsero anche in azioni di sabotaggio e vere operazioni paramilitari che permisero lo sfiancamento logistico delle vie di comunicazione completato poi dai bombardieri alleati nei giorni precedenti il 6 Giugno.
Per poter comunicare tra loro evitando le maglie naziste, alleati e resistenza ebbero bisogno ovviamente di un linguaggio cifrato continuamente trasmesso da radio Londra. Nei mesi precedenti queste trasmissioni furono frequentissime e costantemente monitorate dal contro spionaggio tedesco. L’annuncio criptato dello sbarco in Normandia fu affidato a 6 versi di una poesia di Paul Verlaine, Chanson d’automne, ascoltati i quali i francesi vennero avvertiti dell’imminente invasione.
I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno feriscono il mio cuore con monotono languore.
Ecco i versi che trasmessi in due parti distinte permisero ai partigiani francesi di prepararsi al meglio. Il D-Day era vicino.
Piano di invasione dell'operazione Overlord
PREPARAZIONE DELLA DIFESA TEDESCA
I tedeschi non stettero certo a guardare. Ricollegandosi alle attività spionistiche alleate bisogna precisare che ci fu un intenso contro spionaggio sotto la guida di Wilhelm Canaris atta a intercettare le informazione alleate e a prevedere dove, quando e in che modo dovesse avvenire lo sbarco.
Proprio i famosi versi di Verlaine furono adeguatamente intercettati e ben conosciuti dai tedeschi che però a causa di alcune coincidenze e di molte valutazioni sbagliate non riuscirono a preparare tempestivamente un’adeguata difesa. Consideriamo il fatto che tutto veniva rapportato al Furher in persona e tutto da Hitler doveva essere avvallato. Questa mancanza di autonomia di cui soffriva lo stesso Rommel (lui le cose le aveva anche previste nel modo giusto) portarono a rallentamenti decisionali e a difficoltà di informazione che furono fatali alla controffensiva tedesca.
Dal punto di vista militare non si può dimenticare che la maggior parte delle divisioni del terzo Reich erano impegnate o sullo sfiancante fronte russo o disperse per l’Europa meridionale, sicché di forze realmente funzionanti a difendere le spiagge della Normandia ce n’erano ben poche.
Nella primavera del ‘44 Hitler non trovò di meglio che ordinare un rafforzamento del vallo atlantico, enorme linea difensiva composta da fortificazioni e bunker che secondo i sogni del Furher avrebbe dovuto fermare l’ invasione. In realtà questa enorme linea difensiva era ben fortificata solo nei pressi di Calais ma è largamente incompleta in altre zone dove nonostante le ripetute richieste di Rommel molti bunker non vennero mai completati.
Il vallo atlantico si dimostrò quindi più uno strumento di propaganda che un’efficace linea difensiva.
Nonostante tutto Rommel che previde un possibile attacco in Normandia fece rafforzare per quanto possibile le difese mettendo sulle spiagge filo spinato, mine, blocchi di cemento e cavalli di frisia anche sommersi atti a fermare i mezzi da sbarco.
Le divisioni corazzate della panzer division che Rommel chiese a gran voce non arrivarono mai e come detto tra aviazione, marina, fanteria e mezzi corazzati di forze fresche in Normandia non ce n’erano.
Questo aspetto è fondamentale per ricordare che il destino della battaglia era comunque segnato e l’esito della guerra scontato, logorati dal fronte russo i tedeschi non potevano certo far fronte all’avanzata alleata da occidente, certo bloccando l’invasione quel fatidico 6 giugno avrebbero potuto come qualche generale tedesco ipotizzava, avere più potere contrattuale sul tavolo della pace, trattando magari successivamente una pace separata con gli alleati e dedicandosi interamente al fronte orientale.
L’invasione alleata non fece altro che accelerare la fine della guerra, ma la sorte per Hitler era già segnata da tempo.
Un ruolo fondamentale lo giocarono delle fortunate coincidenze delle informazioni sbagliate e l’assurdità di Hitler che non solo riteneva più probabile uno sbarco a Calais ma addirittura la mattina del 6 giugno a battaglia iniziata continuò a pensare ad un diversivo, questo fu fatale alla capacità di reazione tedesca.

Erwin Rommel
Bernard Montgomery
LO SBARCO
La 6a divisione aerotrasportata britannica fu la prima ad entrare in azione, a dieci minuti passata la mezzanotte. I suoi obbiettivi erano il Ponte Pegasus e altri ponti dei fiumi sul fianco est della zona di atterraggio, ed anche una batteria di cannoni a Merville (vedi Operazione Tonga). I cannoni vennero distrutti, e i ponti vennero catturati e tenuti fino a quando i Commando li rilevarono alla fine del 6 giugno.Il Commando Nr.4 sbarca sulla spiaggia, guidato dalle truppe francesi, così come era stato concordato tra di loro. Le truppe avevano obbiettivi separati a Ouistreham, per i francesi un fortino e il Casino, per i britannici due batterie che sovrastavano la spiaggia. Il fortino si rivelò troppo forte per i fucili PIAT (Projector Infantry Anti Tank) dei Commando, ma il Casino fu preso con l'aiuto di un carro Centaur. I Commando britannici raggiunsero entrambe le batterie solo per scoprire che i cannoni erano stati rimossi. Lasciando la procedura di eliminazione alla fanteria, i Commandos si ritirarono da Ouistreham per unirsi ai membri della Prima Brigata Servizi Speciali (Nr 3, 6 e 45), e spostarsi verso l'interno per riunirsi alla Sesta aerotrasportata.Sulle spiagge Sword e Juno i britannici e i canadesi sbarcarono con perdite leggere. Ad ogni modo fallirono nel compiere i progressi che ci si attendeva dopo lo sbarco, ed avanzarono di circa 8 chilometri per la fine della giornata. In particolare, Caen, un obbiettivo principale, era ancora in mano tedesca alla fine del D-Day.Sulla spiaggia Gold le perdite furono molto più pesanti, in parte perchè i carri armati Sherman anfibi vennero ritardati ed i tedeschi avevano fortificato pesantemente un villaggio sulla costa. Comunque, la 50a divisione superò le difficoltà e avanzò quasi fino alla periferia di Bayeux per la fine del giorno. Nessuno andò vicino agli obbiettivi pianificati.I Commando del Nr.47(RM) furono gli ultimi Commando britannici a sbarcare e raggiunsero la spiaggia Gold, ad est di Le Hamel. Il loro compito era di procedere verso l'interno, piegare a destra (ovest) e marciare per 15 chilometri attraverso il territorio nemico per attaccare da dietro il porto costiero di Port en Bessin. Questo piccolo porto all'estrema destra britannica era ben protetto dalle scogliere di gesso. Il significato particolare di questo piccolo porto consisteva nel fatto che quello era il punto in cui doveva approdare la tubatura sottomarina di rifornimento degli Alleati, 'Pluto' (Pipe Line Under The Ocean).Sulla spiaggia Omaha la Prima Divisione Fanteria statunitense subì la peggiore esperienza traumatica degli sbarchi. I loro carri Sherman anfibi vennero in gran parte persi prima di raggiungere la spiaggia. I loro oppositori, la 352a Divisione tedesca, erano alcuni dei soldati meglio addestrati presenti, e occupavano delle posizioni su scogliere ripide che sovrastavano le spiagge. Le registrazioni ufficiali affermano che "Nel giro di 10 minuti dall'abbassamento delle rampe, la compagnia avanzata era divenuta inerte, senza guida e praticamente incapace di agire. Ogni ufficiale e sergente era stato ucciso o ferito...divenne una lotta per la sopravvivenza e il soccorso". La divisione perse oltre 4000 uomini. Nonostante ciò i sopravvissuti si raggrupparono e procedettero verso l'interno.Le massicce postazioni di artiglieria in cemento armato, poste sulle cime delle scogliere a Pointe du Hoc erano il bersaglio del Secondo battaglione Rangers statunitensi. Il loro compito era di scalare i 100 metri di scogliera sotto il fuoco nemico con corde e scale a pioli, e quindi attaccre e distruggere i cannoni, che si pensava controllassero le aree di sbarco sulle spiagge Omaha e Utah. Le postazioni vennero raggiunte con successo, e i cannoci, che erano stati spostati (probabilmente durante il bombardamento precedente) vennero trovati e distrutti. Il tasso di perdite tra le truppe sbarcate fu quasi del cinquanta percento.Per contro, le perdite sulla spiaggia Utah furono di 197 uomini su circa 23.000 sbarcati, le più leggere tra tutte le spiagge. Anche queste truppe si spinsero all'interno e riuscirono a collegarsi con parti delle divisioni aviotrasportate.L'82a e la 101a aviotrasportata erano state meno fortunate. In parte a causa dell'inesperienza nel pilotaggio e in parte a causa delle difficili condizioni del terreno, atterrarono male e disperse. Alcuni caddero in mare o in zone deliberatamente allagate. Dopo 24 ore solo in 3000 della 101a si erano radunati. Molti continuarono a vagare e combattere dietro le linee nemiche per giorni. L'82a occupò la città di St. Mere Eglise per un certo tempo nella mattina del 6 giugno, dandole il diritto di ritenersi la prima città liberata durante l'invasione.Una volta che la testa di ponte venne stabilita, due Mulberry Harbour artificiali vennero rimorchiati attraverso la Manica in segmenti. Uno venne costruito ad Arromanches, l'altro alla Spiaggia Omaha. Il porto di Omaha venne distrutto dalle tempeste circa dieci giorni dopo il D-Day. Circa 9.000 tonnellate di materiali vennero sbarcate giornalmente al porto di Arromanches, fino alla fine di agosto, per quel momento i porti di Anversa e Cherbourg erano stati assicurati dagli Alleati ed avevano iniziato a tornare in servizio.I difensori tedeschi posizionati sulle spiagge misero in piedi una resistenza relativamente leggera, essendo male addestrati e a corto di trasporti ed equipaggiamento, ed essendo stati soggetti ad una settimana di intensi bombardamenti. L'eccezione fu la 352a divisione di fanteria che difese la Spiaggia Omaha, e la tenacità della loro difesa fu responsabile per l'alto tasso di perdite che vi si registrò. I comandanti tedeschi impiegarono diverse ore per essere sicuri che i rapporti che ricevevano indicavano uno sbarco in forze e non una serie di incursioni. Le loro difficoltà di comunicazione vennero aggravate dall'assenza di diversi comandanti chiave. La dispersione dei paracadutisti americani aggiunse confusione, in quanto arrivavano rapporti che indicavano la presenza di truppe alleate su tutta la Normandia settentrionale.Nonostante la 21a divisione Panzer inscenò un contrattacco concertato, tra le spiagge Sword e Juno, e quasi riuscì a raggiungere il mare, l'aspra resistenza dei fucilieri anticarro, e la paura di rimanere isolati, provocò la loro ritirata prima della fine del 6 giugno. Secondo alcuni rapporti, la vista di un'ondata di paracaduisti che volavano sopra di loro, fu strumentale in questa decisione di ritirarsi.
Lo sbarco in Normandia
Questa immensa operazione militare fu per certi punti di vista il segno di un' accelererazione verso la caduta del regime nazista in Europa. Dal 6 giugno 1944 in poi per la Germania di Hitler ci saranno solo sconfitte una dopo l'altra che la proteranno alla caduta. Parlo solo di accelerazione perchè si sa che l'esercito nazista era già in parabola discendente e che senza il d-day la liberazione dell'Europa sarebbe stat più lenta ma comunque inevitabile.
Ho deciso di pubblicare questo post in quanto grande amante di storia, e da anni profondamente affascinato dallo sbarco in Normandia, la più grande operazione militare di tutti i tempi. Voglio anche onorare i soldati eroicamente caduti in questa battaglia e ringraziarli a nome di tutti.
Il post pubblicato è stato in parte anche la mia tesina per l'esame di maturità ed ho utilizzato come bibliografia diversi libri e siti da cui ho preso spunto:
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