Ieri ho frequentato un corso sull'"Etica nella prassi infermieristica" e nel pomeriggio c'è stata la proiezione di un film più o meno in tema, un film fatto per far discutere: Mare dentro di Alejandro Amenebar.
Ho detto più o meno perchè per ora qui in Italia per noi infermieri non c'è ancora la possibilità di trovarsi in una simile situazione.
Il film, tratto da una storia vera, parla dello spagnolo Ramon Sampedro, una persona rimasta tetraplegica 28 anni prima in seguito ad un tuffo in mare, che combatte, aiutato da alcuni parenti e da una avvocatessa con una malattia degenerativa, per poter esaudire il suo unico desiderio: morire.
Un film assolutamente da vedere, ma il mio post di oggi non vuole essere solo una critica al film ma un pensiero sull'importante tema da esso trattato.
Nel film si evidenziano diverse correnti che possono tranquillante rappresentare alla perfezione le correnti di pensiero dell'opinione pubblica. La prima è quella del diretto interessato, che un tempo era un ragazzo pieno di voglia di vivere e che si è ritrovato infermo in un letto a dover dipendere in tutto e per tutto da altre persone. Per lui quella non è vita, e per lui non è vita nemmeno quela che sta facendo vivere ai chi gli vuole bene. La seconda corrente è rappresentata da amici e parenti che magari pur non condividendo al 100% la sua scelta, lo appoggiano e lo aiutano nel suo intento. La terza è di coloro che sono totalmente contrari, che non possono accettare che lui si voglia togliere la vita, corrente rappresentata dal fratello maggiore e da un prete tetraplegico che prova, con una visita domiciliare, non ben riuscita a convincere Ramon sul fatto che la vita posa andare avanti.
Ramon persa la battaglia legale, non si rassegna e fa in modo che il suo desiderio si esaudisca senza però lasciare problemi ai suoi cari.
Del film non dico più nulla perchè non voglio togliervi il piacere di vederlo, ma ora faccio qualche mia riflessione.
Sembra che l'attuale governo spagnolo di Zapatero abbia ripreso questa storia per trarne spunto e per avanzare nel paese la legalizzazione dell'eutanasia...ah se ce ne fossero altri di Zapatero!!!
Come potrete ben capire sono pienamente a favore dell'eutanasia, soprattutto se voluta dalla persona interessata. Certo non sono scelte che si possono fare a cuor leggero, ma se uno ne è convinto, penso che debba essere libero di scegliere.
Frequantando le corsie di ospedale si vedono spesso persone tenute in vita da farmaci , da macchine, senza che loro possano esprimere la loro opinione, è giusto? E' giusto che siano altri a decidere?
La Chiesa dice che la vita è un dono dato da Dio e che deve essere tolto solo da Dio...ma una persona come Ramon che è nella situazione di considerare la morte come un dono, quindi Dio dovrebbe solo essere fiero di esaudire una simile richiesta.
Chiudo con una frase di Ramon e una di Seneca.
"Le persone che vogliono vivere devono morire, quelle che vogliono morire devono vivere, è questa la libertà?"(Ramon)
"Proprio come sceglierò la mia nave quando mi accingerò ad un viaggio, o la mia casa quando intenderò prendere una residenza, così sceglierò la mia morte quando mi accingerò ad abbandonare la vita" (Seneca)
3 commenti:
Argomento delicato in cui non ho ancora una posizione pro o contro. Perchè una persona che ormai deve vivere attaccata a una macchina deve passare il resto della sua vita nel dolore, sono però dell'idea che se c'è una piccola speranza che il malato possa guarire o stare meglio non capisco perchè si deve avere il potere di evitare che questo stia meglio.
Sinceramente non so come mi comporterei io nel caso in cui mi ritrovassi malato o nei panni di un famigliare del malato che vuole morire. Che sia giusto o meno penso sia una cosa personale e finchè non provi cosa vuol dire(cosa che non augurerei al mio peggior nemico) non puoi fartene un'idea.
Verba volant, scripta Manent
Infatti io penso che almeno nei casi in cui sia la persona interessata chiederlo bisogna prendere in considerazione la cosa, poi che possano decidere anche i famigliari è un altro discorso. Iniziamo in passo alla volta...
Premetto che anch'io sono abbastanza favorevole all'eutanasia.
Sai una cosa però? A volte non si è sempre nella condizione più lucida per poter "scegliere" se continuare a vivere o meno. Morire sembra, paradossalmente, la minore sofferenza.
In un argomento così delicato non è sempre facile distinguere i casi in cui questo accade o meno. La mia opinione in questo senso è rimasta immutata negli ultimi anni. Se il mantenere in vita una persona in modo forzato e artificiale comporta però la morte, psicologica, di tutte le persone che a questa persona stanno intorno allora c'è una grande contraddizione di fondo.
Io ad esempio ritengo l'eutanasia più giusta nei casi di pazienti ormai incoscienti piuttosto che il caso di Ramon nel film. Proprio perchè i famigliari spesso sono mossi da un sentimento assolutamente autentico e probabilmemente l'ultima cosa che farebbero sarebbe proprio ammazzare il proprio caro. Se dovessere giungere a tale decisione perciò, essa sarebbe il frutto di una riflessione molto profonda.
Jerome
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