24 gennaio 2007

LA RICERCA DELLA FELICITA'

Ieri ho visto questo film, grande successo in terra americana del nostrano regista Gabriele Muccino.
Bel film, a tratti commovente, con un'ottima interpretazione di Willy Smith e del figlio (vero figlio).
Il film si basa su una storia vera. Credo sia una storia che si ripete in continuazione negli Usa, ma non solo, anche da noi.
Un uomo che commette un'errore, che fa il cosidetto "passo più lungo della gamba" che lo porta a perdere tutto quello che ha. Moglie, lavoro, casa. L'errore lo paga caro, si ritrova senza nulla, con l'unico conforto di un figlio, che con la sua innocente ingenuità si fida ciecamente di lui, lo segue e lo adora, contraccambiato.
Come può un uomo in preda a mille difficoltà trovare la forza per superarle? Non credo sia facile, ma non certo impossibile. Ci vuole forza di volontà, tanta e caparbietà.
Certo, quella del film è una storia limite, ma cose simili possono accadere, bisogna stare allerta, cercare di evitarle, ma nel caso, essere in grado di superarle.
Il film secondo me evidenzia anche un altro fattore, quello che negli States (ancor più che negli altri paesi) tutto giri solo ed esclusivamente intorno ai soldi. Negli Usa se non hai soldi devi mandare il bimbo nell'asilo per poveri, alla scuola per poveri, devi curarti alla sanità per i poveri (cioè non ti curi), sei considerato uno scarto, non ti caga nessuno. Ottimo modello...bravo Muccino che lo hai sottolineato, magari senza volerlo ma lo hai fatto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tempo qualche anno e certe cose le vedremo anche in Italia...senza avere bisogno di andare al cinema

Il Pianista ha detto...

credo che un film sui problemi americani girato da un regista non americano, possa farli riflettere un pochino, da noi certe cose non sono ancora passate e le giudichiamo incredibili, ma da loro sono normali.

Anonimo ha detto...

Perchè, non è già così?

vlaste ha detto...

Mah... a me il film ha lasciato perplesso. La storia che in America devi avere i soldi per curarti, studiare, ecc era già risaputa, non è il primo film/telefilm a riguardo.

Ottima l'interpretazione di will smith, candidato all'oscar, e buona anche la regia del muccino de noartri.

Però io tutta questa positività nella storia di Chris non la vedo. Egli è certamente un uomo brillante e ama alla follia il figlio, che non smette di ammirarlo e avere fiducia in lui nemmeno quando gli accadono le cose più disparate. É vero, alla fine le cose finiscono bene ma... se non fosse andata così? Le cose sarebbero ulteriormente peggiorate, il figlio sarebbe stato affidato ai servizi sociali, lui sarebbe finito sotto un ponte... ha compiuto un azzardo non da poco, mettendo a rischio anche la "vita" del figlio. Per fortuna gli è andata bene.

Johnny ha detto...

La stessa storia la si potrebbe raccontare anche ambientata in Italia.