19 settembre 2006

19.58 APOCALISSE

Stavo mangiando il gnocco fritto con il pianista e soyuz alla festa dell'unità quando ricevo la chiamata di mia madre allarmata che parla di una forte esplosione, subito pensa ad una bomba. Due minuti dopo mi richiama e dice che tutto il quartiere è in strada, che è esploso e crollato il 7 di via Lomellina, un palazzo a ringhiera distante in linea d'aria non più di 100 metri da casa mia. Una fuga di gas, probabilmente negligenza di qualcuno che non ha voluto ascoltare le lamentele degli inquilini che da tempo si lamentavano. 4 vittime tra cui un bambino di 7 anni che giocava alla playstation. Un anziano padre di una una compagna di scuola del Pianista.

Alle 19.58 la gente di solito è felice nelle proprie case, si appresta alla cena o svolge le ultime attività della giornata. Anche ieri era così, finchè lo scoppio non ha stravolto la vita di tanta gente.
Quel bambino stava giocando, come probabilmente era solito fare tutte le sere, il signore albanese stava passando per caso, poteva scegliere di girare in via Monte Suello o in via Zanella invece no, stava passando di li.
Incredibile come in un secondo di possa passare dalla felicità alla morte, dalla gioia al dramma.
Di gente soffrire ne vedo tanta frequentando l'ospedale, ma è dura farci l'abitudine. Pensare che noi normalmente ci incazziamo e ce la prendiamo per cazzate, magari per non essere riusciti a divertirsi abbastanza in una serata al pub, magari perchè la propria squadra del cuore ha perso, magari perchè l'autobus ritarda 3 minuti sull'orario previsto. Viene da vergognarsi pensando a chi ieri sera ha perso un figlio, un amico, la casa e il lavoro. Pensate alla famiglia del bar tabacchi...cosa è rimasto a loro? Perso un figlio, persa la casa e perso il negozio. Le ultime due in confronto alla prima non sono nulla, ma potevano servire in futuro per superare il dramma e riprendere a vivere, invece non ci sono nemmeno loro.
So che è un discorso di grande retorica, ma in certi casi è giusto farlo, è giusto fermarsi qualche minuto a riflettere. Riflettere sul fatto che la fortuna è esserci. Riflettere sul fatto che siamo di passaggio, che tutto ciò che abbiamo può scomparire da un momento all'altro e che noi stessi possiamo scomparire in un baleno.
Mi chiedo anche...per chi davvero crede...come le spiegate voi che avete fede cose come quella avvenuta ieri al 7 di via Lomellina?

"Il più terribile dei mali, cioè la morte, non è niente per noi, dal momento che, quando noi siamo, la morte non è, e quando essa inesorabilmente sopraggiunge, noi non siamo più." Epicuro

10 commenti:

somis ha detto...

io abito un po' più lontano di te da via Lomellina, ma sentire alla radio di un fatto così tragico avvenuto in una via dove mi capita di passare mi ha colpito molto. mi ha fatto sentire vulnerabile, in balìa del destino, come quel ragazzo albanese che passava di lì per caso.
non è affatto retorica pensare a quanto siamo "stupidi" quando ci arrabbiamo per delle cavolate quando succedono cose simili. è la pura verità. anche se noi non ce ne rendiamo conto, se non forse in questi casi.

vlaste ha detto...

ma sei tu che hai lasciato un messaggio sul sito del corriere?

vlaste ha detto...

E' per questo che è fondamentale vivere OGGI, pensando il meno possibile al futuro.

Anonimo ha detto...

Per me la morte è un problema del COME, non del QUANDO: preferirei morire stanotte nel sonno, piuttosto che tra 40 anni di cancro.....

Compagno, la tua riflessione è giusta (eh eh, incazzarsi x il milan....), ma dovrebbero farla quei signori come bush, bin laden e stronzi della stessa risma......

Johnny ha detto...

Caro compagno quando capitano certe cose anche a me viene da pensare le stesse cose che hai pensato tu, domande alle quali è difficle rispondere se non impossibile.

Anonimo ha detto...

ciao compagno! preferirei morire fra quarant'anni comunque, piuttosto che stanotte nel sonno

Anonimo ha detto...

caro compagno di merende,
la riflessione sulla morte che tu citi è condivisibile ma non tiene conto di una variabile fondamentale: l'eventuale sofferenza, magari atroce e magari molto lunga, che può precedere l'attimo della morte.
Sulla morte in sè mi è sempre piaciuta una più prosaica famosa frase di Woody Allen: "Non e' che ho paura di morire. E' che non vorrei essere li' quando questo succede"...

Anonimo ha detto...

sono d accordo col compagno di merende su tutto quello che ha detto tranno sull'ultima domanda che si è posto. è facile chiedersi dove sia Dio o chi per lui in una situazione come qst ma quando succedono cose belle nessuna pensa mai "Dio è qui" e ti dico che nn sono un fanatico religioso anzi..

Donna del Mare ha detto...

io sono atea quindi non posso spiegar e in caratteri di fede quello che è avvenuto nella mia vita quella sera.
Essendo atea e grande bestemmiatrice e non volendo sproloquiare in blog alturi vi rimando al mio o al mio contatto se volete sentirmi bestemmiare.

Tuttavia..
E' stata una cosa terribile.


(il vero credente pensa sempre "Dio è qui" quando succedono cose positive e nelle negative trova dio ad accoglierlo e rincuorarlo.E conosco molti veramente credenti e praticanti -si anche le fesserie circa la verginità prematrimoniale etc)

Donna del Mare ha detto...

Ah no vabeh però il papa ha detto che pregherà per i morti..

e beh..