12 maggio 2006

LO SCHINDLER AFRICANO

Tutti conoscono Oscar Schindler, imprenditore tedesco che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò 1200 ebrei dall'Olocausto, tutti conoscono Giorgio Perlasca, commerciante italiano che strappò oltre 5000 ebrei ungheresi dalla deportazione nei lagher, ma pochi o quasi nessuno conoscono Paul Rusesabagina che durante il genocidio rwandese degli Hutu contro i Tutsi nel 1994, salvò 1268 persone nascondendole nell’hotel belga a quattro stelle che dirigeva a Kigali.
Quanto venne raccontato dai mass-media a noi europei di ciò che successe in Rwanda nel 1994? Ora in poche righe voglio riassumere i fatti, così come si sono scoperti dopo, grazie alle testimonianze di persone scampate al genocidio.

Il 6 aprile del 1994 l'aereo presidenziale dell'allora presidente Juvenàl Habyarimana, al potere dal 1973, fu abbattuto da un missile terra-aria. Ancora oggi chi fece partire quel missile è ignoto: le ipotesi più accreditate sono quelle che portano alle frange estremiste del partito presidenziale, le quali non accettavano la ratificazione di un accordo. un'altra ipotesi è quella che sostiene che fu proprio l'FPR a compiere l'attentato, convinto che il suo ruolo negli eventi sarebbe stato marginale e che i patti non sarebbero stati rispettati. In ogni caso il giorno 7 aprile a Kigali e nelle zone controllate dalle forze governative (FAR, Forze Armate Ruandesi), con il pretesto di una vendetta trasversale, iniziano i massacri e l'eliminazione fisica degli opposizione democratica e della popolazione tutsi da parte della Guardia Presidenziale, dei miliziani dell'ex partito unico (Movimento Rivoluzionario Nazionale per lo sviluppo) e dei giovani hutu. Il segnale dell'inizio delle ostilità fu dato dall'unica radio non sabotata, l'estremista "RTLM" che invitava, per mezzo dello speaker Kantano, a seviziare e ad uccidere gli "scarafaggi" tutsi. Per 100 giorni si susseguirono massacri e barbarie di ogni tipo; vennero massacrate più di un milione di persone in maniera pianificata e capillare. Uno dei massacri più efferati fu compiuto a Gikongoro, l'allora sede dell'istituto tecnico di Murambi: oltre 27.000 persone vennero massacrate senza pietà e la notte dalle fosse comuni il sangue uscì andando ad inumidire il terreno. Per dare un'idea sommaria di quello che avvenne, basti pensare che in un giorno vennero uccise circa ottomila persone, circa 333 in un'ora, ovvero 5 vite al minuto. Il massacro non avvenne per mezzo di bombe o mitragliatrici, ma principalmente con il più rudimentale ma altrettanto efficace machete e con terribili bastoni chiodati, fatti importare per l'occasione dalla Cina. Uno dei massacri più efferati fu compiuto a Gikongoro, l'allora sede dell'istituto tecnico di Murambi: oltre 27.000 persone vennero massacrate senza pietà e la notte dalle fosse comuni il sangue uscì andando ad inumidire il terreno. Per dare un'idea sommaria di quello che avvenne, basti pensare che in un giorno vennero uccise circa ottomila persone, circa 333 in un'ora, ovvero 5 vite al minuto. Il massacro non avvenne per mezzo di bombe o mitragliatrici, ma principalmente con il più rudimentale ma altrettanto efficace machete e con terribili bastoni chiodati, fatti importare per l'occasione dalla Cina. Uno dei massacri più efferati fu compiuto a Gikongoro, l'allora sede dell'istituto tecnico di Murambi: oltre 27.000 persone vennero massacrate senza pietà e la notte dalle fosse comuni il sangue uscì andando ad inumidire il terreno. Per dare un'idea sommaria di quello che avvenne, basti pensare che in un giorno vennero uccise circa ottomila persone, circa 333 in un'ora, ovvero 5 vite al minuto. Il massacro non avvenne per mezzo di bombe o mitragliatrici, ma principalmente con il più rudimentale ma altrettanto efficace machete e con terribili bastoni chiodati, fatti importare per l'occasione dalla Cina. Le persone uccise erano in massima parte di etnia Tutsi, uccise dagli appartenenti all'altra etnia presente nel paese, gli Hutu, più numerosi, ma sottomessi da sempre. La divisione in Hutu e Tutsi derivava dalla carta d'identità etnica introdotta durante la dominazione belga. La guerra civile e il genocidio terminano con la vittoria a luglio del FPR. La storia del genocidio ruandese è anche la storia dell'indifferenza del mondo occidentale di fronte ad eventi percepiti come distanti dai propri interessi. Emblematico fu l'atteggiamento dell'O.N.U. che si disinteressò del tutto delle tempestive richieste di intervento inviategli dal maggiore generale canadese Romeo Dallaire, comandante delle forze armate (3.000 uomini) inviate dall'O.N.U. Nonostante i diversi rapporti presentati alla Commissione per i Diritti Umani dell'ONU il Consiglio di Sicurezza, a causa del veto USA, non riconosce il genocidio in Ruanda. Inoltre furono provate le responsabilità di molti paesi occidentali che mandarono i contingenti con l'unico scopo di salvare i propri cittadini. Fra questi spicca la Francia, che non solo non volle fermare la folle barbarie assassina (negli anni precedenti aveva armato e addestrato le FAR), ma anzi la fiancheggiò mandando contingenti a supportare le truppe hutu in ritirata dopo l'arrivo del FPR (tutsi).

Questa è in breve la storia di quanto accadde, ma molti sono ancora i punti bui ai quali probabilmente non verrà mai data risposta.
Sicuramente in questa truce e abominevole storia un eroe c'è ed è Paul Rusebagina di etnia hutu, ma sposato con una tutsi. Vi consiglio la visione di "Hotel Rwanda" in cui Rusesabagina viene interpretato da un fantastico Don Cheadle. Un film che fa pensare e che fa vergognare noi europei e ancor più dovrebbe far vergognare gli "amici" americani, che si sono, negli ultimi 50 anni, assunti il ruolo di paladini del mondo, ma che in questo caso non hanno mosso un dito, facendo si che generazioni intere di una popolazione finirono trucidate a colpi di machete e gettate nel fango. VERGOGNA!!!
Consiglio la visita a questo sito in proposito: http://gariwo.net/genocidi/rwanda.php

5 commenti:

Johnny ha detto...

Sicuramente nella storia di questi eroi ce ne sono stati tanti ma è risaputo che gli uomini "famosi" della storia sono quelli legati alle grandi imprese non a chi rischia la propria vita per salvare qualcuno.

Donna del Mare ha detto...

sante parole, johnny

SOYUZ1968 ha detto...

I Ruandesi come gli Armeni e gli Ebrei....vittime anche della complice cecità internazionale!

Il Pianista ha detto...

sempre puntuale la tua ricostruzione di fatti storici o misteriosi.

Anonimo ha detto...

"Le persone uccise erano in massima parte di etnia Tutsi, uccise dagli appartenenti all'altra etnia presente nel paese, gli Hutu, più numerosi, ma sottomessi da sempre. La divisione in Hutu e Tutsi derivava dalla carta d'identità etnica introdotta durante la dominazione belga."

Faccio notare che la divisione non è etnica, ma censoria: i belgi decisero che chi possedeva più di 10 vacche era tutsi, chi ne aveva meno era hutu.
L'ennesimo danno creato dal colonialismo e, forse ancor più grave, dalla successiva decolonizzazione non controllata.

L'onu e i caschi blu hanno dimostrato la loro inutilità, quando non coinvolti direttamente in abusi come di recente denunciato.
Se non erro, per statuto, i contingenti internazionali sotto l'egida dell'onu possono solo tentare di impedire il contatto tra le fazioni in lotta, ma non possono intervenire direttamente.